(L'articolo sarà diviso in due parti: la prima sul come si forma il pugno e la seconda sul condizionamento) - Prima Parte
Il "Condizionamento":
I metodi classici:
Cominciamo subito col dire che esercizi come il makiwara, sacchetti di fagioli, tronchi ecc. da colpire indubbiamente rendono le ossa e la pelle molto dense, i calli diventano visibili sulla pelle delle nocche e internamente si forma anche un callo osseo.![]() |
| Makiwara |
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| Condizionamento Shaolin con fagioli |
Quest’ultimo non è altro che una calcificazione nel tentativo di sanare le microfratture provocate da tali pratiche. Purtroppo è anche vero che una pratica discontinua o esagerata (o semplicemente il non far parte di coloro che rispondono bene a tali sollecitazioni N.d.R.) porta spesso più danni che benefici.
In realtà la meccanica delle modificazione del tessuto osseo, e non solo, è stata studiata oramai decenni fa a cominciare da medici e scienziati quali Julius Wolff ed Harald Frost (Mechanostat).
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| Il modello del Mechanostat |
L'Anatomia Interna:
Prima di tutto però occorre riassumere la struttura anatomica dell'osso per avere chiari i concetti successivi. Inoltre tornerà utile anche in alcuni articoli futuri che riguarderanno infortuni e sviluppo degli atleti.
L'osso si compone di una parte esterna dura, lamellare, ed una interna spugnosa in parte trabecolare. Questa differenza fa si che la prima assicuri la durezza e la seconda la resistenza dell'osso alle sollecitazioni. Senza entrare nel tecnico, la legge di Wolff dice che l'osso si adatta alle sollecitazioni esterne in base alla sua geometria e seguendo le linee di forza che rappresentano il massimo carico.
Le microfratture modificano la parte lamellare, dove le calcificazioni la rendono più dura; anche quella trabecolare ne viene modificata, ma un eccesso può portare ad una degenerazione della struttura stessa, un pericolo dato che è a contatto con la parte midollare dell'osso che si occupa del "nutrimento" dello stesso, nonché della produzione di globuli rossi ecc.
Inoltre la parte trabecolare dell'osso deve adattarsi per fornire sostegno, altrimenti si rischia di trovarsi un osso duro ma "fragile".
(o meglio poco resistente N.d.A)
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| Trabecole Ossee in dettaglio |
L'osso si compone di una parte esterna dura, lamellare, ed una interna spugnosa in parte trabecolare. Questa differenza fa si che la prima assicuri la durezza e la seconda la resistenza dell'osso alle sollecitazioni. Senza entrare nel tecnico, la legge di Wolff dice che l'osso si adatta alle sollecitazioni esterne in base alla sua geometria e seguendo le linee di forza che rappresentano il massimo carico.
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| La geometria della struttura portante dell'osso e linee di carico |
Il Condizionamento vero e proprio:
Come si adatta? Cambiando la struttura trabecolare (come si vede in figura) per adattarsi a meglio supportare la parete esterna dell'osso lamellare. L'utilizzo del Mechanostat quantifica anche quando si va in sovraccarico rischiando di fratturare o micro-fratturare l'osso.Le microfratture modificano la parte lamellare, dove le calcificazioni la rendono più dura; anche quella trabecolare ne viene modificata, ma un eccesso può portare ad una degenerazione della struttura stessa, un pericolo dato che è a contatto con la parte midollare dell'osso che si occupa del "nutrimento" dello stesso, nonché della produzione di globuli rossi ecc.
Inoltre la parte trabecolare dell'osso deve adattarsi per fornire sostegno, altrimenti si rischia di trovarsi un osso duro ma "fragile".
(o meglio poco resistente N.d.A)
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| Adattamento delle trabecole ossee |
Da questo si capisce che ad esempio i piegamenti sulle braccia sulle nocche hanno la stessa valenza almeno dal punto di vista dell'osso trabecolare, così come gli adattamenti riscontrati nei femori dei pesisti, nelle vertebre cervicali dei lottatori ecc.
Certamente gli impatti ripetuti dei vari esercizi citati ad inizio articolo provocano un adattamento dell'osso trabecolare ma anche il semplice carico del peso porta i cambiamenti nella struttura.
Certamente gli impatti ripetuti dei vari esercizi citati ad inizio articolo provocano un adattamento dell'osso trabecolare ma anche il semplice carico del peso porta i cambiamenti nella struttura.
Consigli:
Tutto questo per concludere che il condizionamento non deve essere per forza fatto in modo estremo.Ad esempio io consiglio di fare ogni tanto delle riprese senza guantoni al sacco, con o senza fasce. In questo modo cerco di unire il condizionamento osseo ad un gesto tecnico completo, dove ci si muove e si impara ad angolare i colpi, lo preferisco alla ripetitività del condizionamento estremo alla "orientale" per così dire... inoltre il tempo per allenarsi è quello che è: ci sono tanti esercizi per la coordinazione, la velocità la tecnica ecc. che forse aiutano di più a sviluppare un attacco ed una difesa efficaci.
Detto questo ritengo il condizionamento del pugno nel lungo periodo imprescindibile. (anche perché è abbastanza ridicolo vedere atleti che hanno le mani di cristallo dopo una decina d'anni di pugilato; preservare lo strumento del pugile è un dovere... ma anche non farlo rammollire lo è!)
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| Non bisogna usare sempre e per forza i guantoni... |
Inoltre:
Con questo abbiamo parlato del condizionamento fisiologico per aumentare la durezza delle ossa, ci sarebbe da parlare anche dei tessuti molli e della parte psicologica; ma lì si finirebbe per parlare di inibizione del dolore ecc... argomenti che meritano capitoli a parte.Spero che l'articolo abbia aiutato a chiarirsi le idee, mi scuso per la lunghezza ma c'era parecchio da dire.
Grazie e... Buona Boxe a Tutti!
Ilic Sorrentino
Ps: e mi raccomando, condividete! 😄
Honorable Mentions: 😂
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| Van Damme calcia i banani... |
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| Tong Po spaventa Van Damme... |
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| Rocky e la "ciccia"... |
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| Piegamenti alla Jackie Chan... |
Per l'approfondimento tecnico:
- Julius Wolff - (Wikipedia Inglese)
- Mechanostat - (Wikipedia Inglese)
Articoli correlati:
- Quaderni di Pugilato - Fisiologia dello Sport - Il Pugno (I° Parte)












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