Boxe e Dintorni - QUADERNI di PUGILATO: Quaderni di Pugilato - Filosofia dello Sport - L'importante non è vincere ma partecipare

sabato, maggio 12, 2018

Quaderni di Pugilato - Filosofia dello Sport - L'importante non è vincere ma partecipare

L'importante non è vincere ma partecipare: 

Come, quando e perché di una delle frasi più famose dello Sport

Chi non ha mai sentito questa frase? Sicuramente pochi. 

Invece molti probabilmente non ne conoscono l'origine, perché fu detta e perché sia così importante. 





Un po' di Storia dello Sport:

Il 24 luglio 1908, alle Grafton Galleries, il municipio londinese offre la cena di chiusura della IV Olimpiade Moderna
Durante il discorso di saluto, il barone Pierre de Coubertin (grande personaggio dello Sport, fondatore delle Olimpiadi moderne, dell'olimpismo ecc.; studio imprescindibile per chiunque insegni in generale) per sdrammatizzare la situazione un po' tesa tra la squadra britannica e quella statunitense, che avevano avuto parecchi attriti durante i Giochi, offrì una citazione delle parole del vescovo Ethelbert Talbot della Pennsylvania, il quale aveva detto durante una messa solenne per gli atleti: "L'importante in questi Giochi non è vincere, ma prendervi parte". 
De Coubertin non si assunse la paternità della frase ma la fece sua, pur dichiarandone l'origine. 

La frase utilizzata dal succitato vescovo è del discepolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi. Certamente l'intento era onorevole, peccato che l'originale nelle intenzioni di Paolo era esattamente l'opposto: esaltava il vincitore e umiliava gli sconfitti che secondo lui potevano addirittura fare a meno di partecipare! 
(e da un tipo come San Paolo non mi aspettavo di meglio, tra l'altro...😓 N.d.A)

E quindi è tutto un equivoco?: 

Beh, in realtà De Coubertin, pur adattandola di volta in volta, aveva già usato frasi simili appunto col significato positivo che oggi conosciamo, ad esempio per tirar su il morale dei Greci durante la prima Olimpiade Moderna del 1896
E lo fece aggiungendovi che "sarebbe ancor più disonorevole NON essersi battuti", per smorzare l'astio greco nei confronti delle altre ben più preparate squadre delle altre nazioni all'epoca.

L'Origine:

Andando a vedere la biografia del personaggio si capisce che De Coubertin, forte di un'educazione classica, si sia probabilmente ispirato al poeta latino Ovidio e le sue Metamorfosi, in particolare al passaggio in cui descrive la lotta fra il dio fiume Acheloo ed Eracle per la mano della bella Deianira. Il duello si conclude con la sconfitta di Acheloo, che tuttavia si dice: "non è stato tanto disonorevole essere sconfitto quanto è onorevole essersi battuto"...
Quindi possiamo affermare che questa frase è nel DNA di De Coubertin, probabilmente nell'occasione di Londra ne attribuì la paternità al vescovo Talbot per non essere coinvolto in diatribe tra statunitensi e britannici.

Oggi:

Da allora è divenuta una frase simbolica che esprime bene lo spirito con cui furono creati i Giochi Olimpici Moderni e furono gettate le basi per lo Sport con tutto il suo insieme di valori positivi per l'individuo e la società
Io questa espressione LA ho sempre apprezzata molto ed è uno dei motivi che spesso mi porta in contrasto con chi vuole rendere lo Sport separato dall'Educazione Fisica (lo stesso De Coubertin era pedagogo oltre che sportivo del resto N.d.R.); e credetemi molti remano contro questa visione unitaria, sia da un lato che dall'altro. 
La stessa spettacolarizzazione dello Sport alimenta problemi come il doping, lo sfruttamento degli atleti, o gli stipendi stellari così come l'infiltrazione della politica, la maleducazione dilagante sui campi da gioco, nei media sportivi ecc.

Pugilato ed Altri:

Eppure se venisse meno questo concetto cosa vieterebbe al Pugilato (ma anche Lotta Greco-Romana, Tae-Kwon-Do, Judo, Rugby, una parte della Muay-Thai o delle MMA, oltre che tanti sport "poveri" come pallanuoto, ginnastica ecc. ecc.) di divenire uno spettacolo gladiatorio...?! o solo mediatico... tipo il Calcio?!
Il pubblico sportivo ha spesso in mente solo il vincitore, mai lo sconfitto od il partecipante. 
Solo il carico di valori portato da frasi come questa (ed altri concetti di Cultura Sportiva che tratteremo in futuro) permettono di avere ragazzi e ragazze che praticano attività fisiche in un ambiente sano e competitivo ma al contempo rispettoso dell'altro (chiunque ALTRO...). 
Altrimenti avremmo solo due classi di atleti, vincitori e perdenti; i primi stupidi robot biologici sfruttati come macchine sforna soldi ed i secondi ridotti ad applaudire e comprare le scarpe o la maglietta di questo o quel "campione"...

So che non sono cose semplici da trattare e mi aspetto dibattito. 
Io stesso, nonostante la mia posizione sia abbastanza chiara, sono consapevole che servono compromessi per far sì questi valori vengano inglobati nel mondo moderno con tutte le sfide che porta.

Extra:

Un grazie a tutti i miei allievi, compagni e colleghi che ogni sera allenandosi, dal campione all'amatore, dal veterano al bambino ribadiscono il concetto che "l'importante non è vincere, ma partecipare" e che "non è disonorevole la sconfitta finché ci si è ben battuti"!

Grazie della pazienza e... Buona BOXE a Tutti!

Ilic Sorrentino


La cosa più importante ai Giochi Olimpici non è vincere ma partecipare, come nella vita non lo è il trionfo ma l'impegno. L'importante non è la vittoria ma l'essersi ben battuti. - Pierre de Coubertin


Ps: e mi raccomando, condividete! 😄

Honorable Mentions:


Chuck Norris Approved 😆


Per l'approfondimento:

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4 commenti:

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